Ritorno alla normalità: su un trenitalia per Ivrea, rimpiango un po’ le cuccette “hardsleeper” dei treni cinesi. Sulla comodità forse se ne può discutere, ma per quanto riguarda il divertimento non c’è paragone!

Ma facciamo qualche passo indietro, negli ultimi giorni di permanenza in Cina abbiamo trascurato un po’ il blog.

Il terzo giorno a Shanghai è dedicato alla ex concessione francese: una tranquilla zona residenziale che fino al 1943 rimase sotto la sovranità della Francia.
Qua i grattacieli lasciano spazio a casette basse, piccole palazzine e viali alberati. Alcune zone dell’area, rinnovate, sono diventate poli di attrazione, con ristoranti e caffè in stile europeo.
Partiamo con la visita di Xintiandi, minuscolo quartiere in cui sono state ristrutturate le vecchie case tipiche cinesi in pietra chiamate shikumen. Vale la visita ad una di queste che è stata adibita a museo della zona, dove viene illustrata la vita negli anni ’30.
Pochi numeri più in là si trova l’edificio nel quale si svolse in segreto la prima riunione del partito comunista cinese, presieduta da Mao Zhedong. Il museo è stucchevolmente propagandistico, ma visto con occhio critico è molto interessante: curioso come la metà dei fondatori sia stata in seguito arrestata o giustiziata per presunto tradimento degli ideali del partito!
Momento di panico quando all’ingresso l’onnipresente scanner antiterrorismo rivela il pericoloso coltellino svizzero di Marco, subito requisito dalla polizia che senza il minimo dramma dice di passare a ritirarlo all’uscita, non ci sono più i regimi di una volta!
Nel pomeriggio proseguiamo con la visita allo Shanghai Propaganda Poster Art Centre. La mostra, assolutamente imperdibile, è ospitata all’interno di uno scantinato di un anonimo palazzo residenziale, fuori da tutti i circuiti più battuti. Ok che è una collezione privata, ma non riusciamo a capacitarci di come mai documenti di tale interesse storico e artistico non abbiano a disposizione uno spazio più adeguato… stranezze di Cina. In ogni caso veramente ben tenuta e interessante. Pali non riesce a trattenersi e così a fine visita una piccola serigrafia originale entra a far parte della sua collezione di grafica 🙂
Finiamo poi il nostro giro della concessione con Taikang Road (da non confondersi con Taicang Road come fa la Routard!), una via da cui si dipartono stretti vicoli pedonali dove si alternano baretti, gallerie d’arte contemporanea, negozi di design e negozi di cianfrusaglie. Facciamo un giretto e conosciamo questo simpatico artista, Han Beishi, che caso vuole ritroveremo poi in metropolitana, la Cina ancora una volta è minuscola!