Come abbiamo scritto nel post sui nostri migliori momenti di viaggio del 2014, l’avventura nel Borneo indonesiano, il Kalimantan, è stata un’esperienza indimenticabile: vediamo come si è svolta!

Organizzare i giorni in Kalimantan in un primo momento sembra difficile: facciamo qualche telefonata ad agenzie e guide, ma il problema sembra essere sempre lo stesso. Il prezzo è più che raddoppiato rispetto a quanto indicato sulla Lonely Planet.
Possiamo dire con certezza che quanto indicato nella guida 2012 (l’ultima disponibile al momento del nostro viaggio) non è stato aggiornato e verificato: due delle guide segnalate non sono più attive ed Henry, indicato come proprietario di un’imbarcazione, in realtà conduce un’agenzia relativamente grande, anch’essa segnalata (Borneo Wisata Permai Tours). In ogni caso decidiamo di accettare la sua offerta: il prezzo è nella media delle altre offerte e ci fidiamo comunque della segnalazione della guida.

NB: il prezzo che otterrete è difficilmente contrattabile, ma ci si può provare. A fine viaggio inoltre abbiamo conosciuto un ragazzo indonesiano che ha pagato esattamente la metà per un tour analogo (che pare essere comunque il prezzo standard per i locali).

Il tour consiste in 3 giorni (2 notti) a bordo di un klotok (imbarcazione tipica di legno a motore) che naviga lungo il fiume Sekonyer addentrandosi nel cuore del Parco Nazionale del Tanjung Puting. Tutto è incluso: barca, pernottamento, pasti, bevande, snack. Per godere appieno dell’escursione consigliamo la partenza in mattinata, arrivando presto con un volo da Java o pernottando la sera precedente a Pangkalan Bun, la città più vicina al parco e al porto di Kumai.

L’agenzia di Henry è professionale e affidabile: un’impiegata ci viene a prendere all’aeroporto e ci indica la zona in cui è meglio passare la notte a Pangkalan Bun. Sistemiamo tutti gli aspetti burocratici ed economici e ci diamo appuntamento per l’indomani.

Il mattino successivo conosciamo Daisy, che sarà la nostra guida per i successivi tre giorni e si parte. Si unisce a noi anche Sudha, una ragazza olandese che sta viaggiando da qualche mese da sola per il sud-est asiatico, dopo un mese di volontariato a Java. Ne siamo felici, ci piace avere compagnia in viaggio!

Il klotok che ci ospita è il Cahaya Purnama 3. L’equipaggio è composto da Daisy, dal capitano della barca e dalla cuoca; può ospitare altre sei persone ed è quindi molto spazioso per noi tre. Rimaniamo piacevolmente sorpresi dalla pulizia ineccepibile della barca.

La navigazione è rilassante, Daisy è un’ottima guida e i pasti sono spettacolari, a base di pesce appena pescato, riso, tofu, pollo etc. Ovviamente è necessario un po’ di spirito di avventura: si dorme su materassi a terra, sebbene con lenzuola, coperte e zanzariera, e ci si lava con una tinozza riempita di acqua del fiume, (ci piace credere) disinfettata con cloro!

Dormire sulla barca è confortevole, il materasso è comodo, ma il freddo e l’umidità notturne si fanno sentire: l’ideale sarebbe avere un sacco a pelo oltre le coperte che vengono fornite, ma noi ce la siamo cavata con maglia termica e sciarpa.
Gli insetti non scarseggiano: non ci sembra ci fossero moltissime zanzare, ma è bene dotarsi di un ottimo repellente, anche perché questa è una zona malarica. Per fugare ogni paura abbiamo optato per la profilassi senza subire alcun effetto collaterale: non vale la pena rischiare per i pochi giorni che trascorreremo in queste zone.

La differenza su un escursione del genere può essere fatta dalla guida e dall’equipaggio dell’imbarcazione: noi siamo stati molto fortunati quindi ci sentiamo di consigliarli.