Dopo l’escursione nel parco del Tanjung Puting abbiamo deciso di dedicare ancora qualche giorno al Kalimantan e quindi, invece di tornare a Java, spostarci a Banjarmasin, a sud-est del Borneo.

Come arrivare a Banjarmasin

Il viaggio da Pangkalan Bun a Banjarmasin è piuttosto faticoso: è necessario prendere nel pomeriggio un autobus che in 10 ore arriva a Palangka Raya, verso le 3 del mattino. Da qui parte la coincidenza in minibus per Banjarmasin: totale 16 ore di bus su strade piuttosto mal messe e con autisti spericolati. Il nostro consiglio? Dormi per tutto il viaggio, se riesci!

Scoprire tutto questo non è così semplice come sembra: trovare le stazioni dei bus per riservare un posto è un’impresa, superata grazie ad un simpatico vecchietto che ci accompagna in macchina, e gli impiegati delle compagnie dei bus non parlano inglese. Chiedete degli uffici di Yessoa o P.O. Logos. Per semplificare potete farvi aiutare ad organizzare lo spostamento dall’agenzia con cui avete effettuato l’escursione nel parco, lo faranno con piacere e probabilmente senza costi aggiuntivi.

Se invece arrivate da Java esistono comodi voli diretti da Surabaya!

Dove dormire, dove mangiare

Banjarmasin non è una città turistica. Non troverete ostelli, né graziose guest house, ma solo hotel che spaziano dall’anonimo allo squallido. Bisogna accontentarsi di quello che c’è, magari ispezionandone due o tre prima di decidere: in cambio, anche qui troverete un’accoglienza fantastica. Linda, la receptionist del nostro hotel è stata molto disponibile e ci ha deliziato con le migliori hit di Domenico Modugno, suonate nella hall in nostro onore!

Anche i ristoranti sembrano scarseggiare, meglio affidarsi ai warung dove potrete gustare le piccanti specialità del Kalimantan e i classici indonesiani cucinati sul momento.

Cosa Vedere

Il motivo che ci ha spinto a venire fino a qua è il mercato galleggiante che si tiene tutte le mattine molto presto, poco dopo il sorgere del sole. Il mercato si svolge completamente su delle imbarcazioni a qualche chilometro dalla città, quindi per raggiungerlo è necessario ingaggiare una guida con una barca.

Dopo i giorni di relax e divertimento, dopo la cultura e la storia, ci mettiamo a confronto con la realtà di quello che, nonostante i vistosi progressi, rimane un paese in via di sviluppo.
Qui la vita quotidiana ruota tutta attorno al fiume, le cui acque vengono utilizzate per ogni necessità. Nell’oretta di navigazione per raggiungere il mercato, osserviamo le attività mattutine della popolazione, che vanno dalla pesca al lavaggio dei panni, dalla preparazione dei pasti all’igiene personale. Le case lungo la riva sono in condizioni a dir poco precarie e le acque del fiume sono visibilmente inquinate (Banjarmasin è una città a vocazione industriale), ma la gente mantiene una dignità fuori dal comune, vista la situazione.

Poco a poco le acque si popolano di imbarcazioni cariche di frutta, verdura, pesce: siamo arrivati al mercato galleggiante. I prodotti che vanno per la maggiore sono arance, banane, cassava, lime, zucche. La guida ci spiega che il mercato è una sorta di vendita all’ingrosso e che nell’organizzazione familiare del Kalimantan il commercio è gestito dalle donne.

Le barche si muovono agili, accostano e le donne che le portano fanno affari a ciclo continuo. Una delle barche è un vero e proprio bazar galleggiante e naturalmente cattura la nostra attenzione: giocattoli, merendine, fazzoletti, sapone e altri prodotti per la casa. Altre venditrici offrono cibo cucinato sul momento (sulla barca!) o prodotti appena sfornati, da consumare come colazione: riso cotto in foglie di banano, pancakes, pudding dolce di riso. Non sappiamo rinunciare e anche noi assaggiamo due piatti!

Al rientro a Banjarmasin vale la pena di girovagare per il mercato tradizionale, tra polli appesi, spezie, pesce fresco ed essiccato: se già in città abbiamo notato esserci pochi turisti, qui siamo davvero gli unici stranieri.

Dall’altra parte della città è poi possibile visitare l’esterno della moschea Sabilal Muhtadin, camminando scalzi sui viottoli di marmo e ammirando da fuori i meravigliosi decori della sala di preghiera.

Consigliamo infine una passeggiata sul lungo fiume Sungai Matapura, assaggiando le delizie preparate sul momento: tofu fritto e tempeh saltato con salsa di arachidi. In quest’area della città ci sono spesso manifestazioni pubbliche e sportive: noi siamo finiti in mezzo ad una gara di mountain bike!