L’ultimo giorno a Pechino inizia male: andiamo per visitare il Mausoleo di Mao (con annesso negozio di gadget), ma piazza Tienanmen è chiusa per una qualche manifestazione sportiva non identificata. Cambiamo quindi meta e andiamo al tempio lamaista.

Qui regna la tranquillità più assoluta. La gente prega, altri fanno tai chi. E nel giardino alcune persone corrono a raccogliere dei piccoli frutti che cadono dagli alberi. Una signora ci invita a fare altrettanto, ma per prima cosa non capiamo se si mangiano o no e, in ogni caso, puzzano di cacca. Quindi le regaliamo quello che abbiamo raccolto.

All’ora di pranzo si presenta l’annosa questione del “dove mangiamo?”. Scopriamo che lì vicino c’è un hutong dove vivono molti europei, molto carino ma non nominato nelle guide turistiche: qui i ristoranti e i negozi si sono adeguati in parte allo stile occidentale.

I prezzi sono però variabili, per esempio ci sono negozi che vendono oggetti di giovani designer locali a prezzi per noi ridicoli. Una goduria per Pali… E Marco trova anche il modo per comprarle qualche regalino di compleanno 🙂

Il pomeriggio impariamo qualcosa su Confucio al tempio lì vicino.
E la sera impariamo tutto sull’anatra alla pechinese in uno dei ristoranti più rinomati della città. Ovviamente gli altri clienti erano tutti abbastanza eleganti, noi con i vestiti di 4 giorni…L’anatra laccata è un rito: si parte con la pelle croccante pucciata nello zucchero e il brodo di carne. Si prosegue con piadine e paninetti autoprodotti pescando pezzi di anatra, servita già disossata, e salse, cipollotto, melone…

Ah nel ristorante super elegante spendiamo 35 euro in 2 con birra e frutta!!