Veniamo svegliati da un acquazzone: da quello che abbiamo letto è normale che in questa stagione ci siano abbondanti piogge in questa zona. Non ci lasciamo scoraggiare e decidiamo di fare comunque la gita alla Boca de Yumuri, organizzata con l’agenzia Cubatur. Siamo i soli ad aver prenorato la gita, quindi partiamo su un taxi con la nostra guida Ricardo. Anche in questo caso la spiegazione della storia della zona e di come viva la comunità locale è molto esauriente; la prima tappa è nella finca (fattoria) familiare di Daisy. Piante di banano, caffè, cacao, guayaba, cocco e agrumi vari coesistono nello stesso appezzamento, in modo da costituire un ecosistema autosufficiente, che non ha così bisogno di fertilizzanti chimici. Daisy ci offre frutta dei suoi campi, una tazza di cacao e caffè, cioccolato e deliziosi cioccolatini fatti a mano, ripieni di cocco e banano: è tutto squisito! La donna ci spiega anche i vari passaggi di produzione artigianale del cioccolato, dalla raccolta delle fave, alla tostatura, alla macinazione del cacao amaro. Compriamo qui del burro di cacao artigianale e ripartiamo.

La seconda fermata è il villaggio di pescatori, il paesaggio su una piccola baia è spettacolare e l’eroe locale René, cantautore-pescatore, ci delizia con alcune ballate di sua invenzione, accompagnato da Ricardo. Questa mezz’ora nella casa del pescatore rimarrà nei nostri ricordi come uno dei migliori momenti della vacanza, ne siamo sicuri.
Sul percorso ci fermiamo ancora in una piccola grotta dove vive una colonia di pipistrelli e quindi arriviamo a Yumuri, dove risaliamo il fiume con una barca a remi, per poi proseguire a piedi nel bosco. Un cane di nome Laica si unisce a noi: vive con la famiglia di un pescatore che vive lì vicino e, da cosa ci racconta Ricardo, le piace socializzare con i turisti. È mezzogiorno, fa caldo e il cielo è tornato sereno: è arrivata l’ora del tuffo nelle pozze del fiume! È il nostro primo bagno dal nostro arrivo!

Sulla via del ritorno ci fermiamo ancora sulla spiaggia di Manglito, vera perla caraibica con le palme al limite della sabbia: non facciamo però il bagno, dato che si è fatto tardi e si è di nuovo rinfrescata l’aria. Optiamo per una bella passeggiata sul bagnasciuga, cercando di evitare le richieste insistenti della popolazione locale. Ed è proprio allontanandoci dal gruppetto  di scocciatori che avviene l’inaspettato: troviamo sulla spiaggia, proprio sul confine tra mare e terra, una conchiglia enorme, lunga circa 25 centimetri! Non ci sembra vero… Decidiamo di tenerla, in attesa di capire se possiamo riportarla con noi in Italia, viste le sue dimensioni.

Torniamo giusto in tempo prima del tramonto per un tour fotografico dei murales della rivoluzione che abbondano nella cittadina e osservare il tran tran quotidiano della popolazione, la gente che si incontra in piazza e che fa la coda per l’acquisto di pane e riso.