Come avrete intuito non siamo riusciti a pubblicare neanche un articolo nelle tre settimane trascorse a Cuba. Le connessioni libere sono inesistenti e quelle a pagamento, oltre a essere molto care (5 euro l’ora), funzionano ancora con il vecchio modem a 56k, rendendo di fatto impossibile la navigazione sui pesanti siti moderni. Ligi al dovere però abbiamo annotato tutto su carta, come facevano i viaggiatori di una volta e siamo pronti a raccontarvelo nelle prossime settimane, corredato di foto naturalmente!

Torniamo quindi indietro al 14 dicembre….

Ci svegliamo e siamo a Cuba!
La colazione ci aiuta a riprendere le forze dopo il lungo viaggio, quindi siamo pronti a iniziare l’esplorazione di Habana Vieja. Il primo impatto ci sorprende: le piazze centrali, ben sistemate, sono circondate da vie molto affascinanti, ma con strade rotte e palazzi coloniali cadenti. Sulla plaza de la Catedral facciamo il primo incontro con un ragazzo che vorrebbe le nostre scarpe in regalo, o almeno delle caramelle… Sempre qui visitiamo il Taller de la Grafica, un vero laboratorio dove gli artisti operano e vendono le loro stampe. La qualità è buona, magari faremo un salto negli ultimi giorni a Cuba.
Ci dirigiamo verso la plaza des Armas e facciamo un giro nel Museo de la Ciudad, che però ci delude un po’, ci aspettavamo notizie e documenti sullo sviluppo della città e ci troviamo invece davanti ad una serie di ambientazioni con ricche decorazioni di epoca spagnola. Sulla piazza c’è un bel mercato delle pulci e di libri usati ed una moltitudine di persone, tra cui le vecchine “tipiche” cubane, truccatissime, con fiori nei capelli e sigaro in bocca.
Arrivati sulla plaza Vieja saliamo in cima ad un palazzo dal quale è possibile osservare tutta la città grazie ad un sistema di specchi ed un periscopio, la Camera Obscura.
Dopo tutti questi giri ci meritiamo una pausa ristoratrice, anche perché la temperatura è davvero alta. E’ l’occasione perfetta per assaggiare la birra artigianale prodotta proprio sulla piazza, per rilassarci, leggere la guida e osservare il viavai della gente. Il locale è rinomato per i suoi spillatori di birra portati al tavolo, molti optano per questa soluzione, tra cui una coppia con davanti 3 litri di birra! La città non sembra molto affollata di turisti, soprattutto pare non ci siano grossi gruppi, e l’atmosfera è molto rilassata.
Finiamo il giro del centro andando su e giù per Calle Obispo che invece, essendo sabato pomeriggio, è piuttosto affollata di cubani. E’ la via dello struscio sulla quale si affacciano negozietti per turisti e improbabili negozi di elettrodomestici, oltre ad una serie di minuscoli bar costituiti da un bancone appoggiato su una porta o una finestra e che vendono gelati, pizza e churros a prezzi irrisori in moneta nazionale. A Cuba infatti coesistono due diversi sistemi monetari: il Peso Cubano (CUP) e il Peso Convertible (CUC). Il primo è dedicato alla popolazione locale mentre il secondo ai turisti ed è legato all’andamento del dollaro americano. 1 CUC equivale a 25 CUP: ovviamente comprare beni in CUP è molto più economico, ma questo è fattibile solo in alcuni negozi per beni di prima necessità e in rare altre occasioni.
Infine visitiamo il Museo della Rivoluzione a pochi passi dalla nostra casa; un carro armato accoglie i visitatori e all’interno vengono descritti tramite pannelli e documenti originali le varie fasi della rivoluzione. Interessante per approfondire la nostra conoscenza della storia cubana, anche se decisamente propagandistico.
E’ ancora presto, ma per il primo giorno ci sembra di aver già fatto molto e ci dirigiamo verso il Malecon (il lungomare), prendiamo due birre e ci godiamo il tramonto. Qui incontriamo giovani cubani che giocano a pallone o a baseball (sport nazionale), che conversano, che pescano e che naturalmente provano ad attaccare bottone con noi. Ci accorgiamo subito che sistematicamente l’atteggiamento amichevole nasconde intenzioni di varia natura: c’è chi vuole vendere cd di musica tipica, proporre una casa o un ristorante… ciononostante può essere interessante scambiare due parole per iniziare a conoscere qualche aspetto della loro vita.