Nel nostro viaggio in Tanzania abbiamo per forza di cose inserito delle tappe obbligate come Zanzibar e il safari nel Serengeti, ma le abbiamo volute condire anche con esperienze più insolite, come l’escursione nelle montagne Usambara e un paio di giorni nella zona del lago Natron.

In questa regione remota al confine con il Kenia, la polvere del vulcano Ol Doinyo Lengai e la natura alcalina delle acque del lago Natron hanno dato vita ad un arido deserto, caratterizzato da panorami fuori dal comune.

Come arrivare al lago Natron

È possibile raggiungere il lago Natron con i mezzi pubblici, la cosa complicata è capire come e dove prenderli. Il pullman parte da Arusha o Mto Wa Mbu ed effettua innumerevoli altre fermate lungo la strada prima di giungere a Engaresero.

Individuare la biglietteria alla stazione degli autobus di Arusha è stata un’impresa. La stazione è uno dei posti più caotici della Tanzania: un piazzale polveroso da cui partono centinaia di autobus al giorno. Non esiste un’unica biglietteria, ma decine di baracchini ufficiali o meno e agenzie che vendono i biglietti per le varie destinazioni. Inoltre Arusha è la città di partenza per i safari, quindi presa d’assalto da scocciatori e truffatori di ogni tipo: la stazione è il loro ritrovo.

Il viaggio per il lago Natron è effettuato dalla compagnia Loliondo. L’ufficio non si trova sulla piazza come tutti gli altri e chiedendo informazioni si rischierà di incappare in un truffatore. Dopo un po’ di ricerca e false informazioni scopriamo che è all’incrocio nord est della piazza dall’altra parte della strada.
È praticamente impossibile capire che si tratta di un’ufficio di una compagnia di autobus: si presenta come un portone di un garage fatiscente e fuori c’è scritto Loliondo malamente sul muro a bomboletta.

Qua ti consigliamo di acquistare il biglietto andata/ritorno uno o due giorni prima (50.000 TZS) dato che i posti sono limitati. Gli abitanti della zona sono rassegnati a fare anche tutta la tratta in piedi, ma ti assicuriamo che non è un’esperienza che vuoi provare.

L’autobus parte alla mattina presto e la durata del viaggio è imprevedibile. Ufficialmente sono 4 ore, ma all’andata ne abbiamo impiegate 7 e al ritorno 5. La strada è veloce e asfaltata fino al villaggio di Mto Wa Mbu, dove l’autobus si ferma per un’ora. Da qua inizia una lunga, lunghissima pista sterrata che conduce al paese di Engaresero nei pressi del lago e poi al Loliondo, al confine con il Kenia. Anche su google maps non c’è traccia di questa tratta, ma fidati di noi.

lago natron tanzania: fermi nel deserto con l'autobus

fermi nel deserto con l’autobus

lago natron tanzania: le zebre in lontananza

le zebre in lontananza

A metà strada incrociamo un altro pullman della compagnia che pare abbia qualche problema tecnico così ci fermiamo. Tutti giù. È l’occasione per sgranchirci le gambe e iniziare ad ammirare il panorama semi-desertico della regione. Il sole picchia e in lontananza un branco di zebre bruca i pochi ciuffi d’erba.

Verso la fine del viaggio si incrociano tre sbarramenti ai quali i turisti sono tenuti a pagare una sorta di tassa di transito. Non è propriamente ufficiale, ma in questo modo i villaggi tirano su qualche soldo. In ogni caso non c’è modo di evitarlo. Il costo totale è di 70.000 TZS a persona (circa 25 euro): ricordati di conservare le ricevute per evitare di pagare nuovamente al ritorno!

Dove dormire sul Lago Natron

Solitamente il lago Natron viene incluso nei circuiti dei safari. In questo caso si arriva con un fuoristrada e si pernotta in uno dei campeggi o dei lussuosi lodge che si trovano nei dintorni. Se arrivi in autobus è meglio avere ben chiaro dove pernotterai a meno di non voler vagare nel deserto tra un campeggio e l’altro. Nel villaggio di Engaresero c’è anche una pensione, ma non abbiamo avuto modo di valutarne prezzi e condizioni.

lago natron tanzania: la vista del vulcano dal campeggio

la vista del vulcano dal campeggio

Noi abbiamo optato per il  Maasai Giraffe eco-lodge, un campeggio abbastanza economico che si trova e un paio di km prima del paese. Avendo letto buone recensioni online abbiamo contattato Lepara, un giovane masai che gestisce la struttura. L’abbiamo incontrato ad Arusha e abbiamo concordato prezzo del pernottamento, dei pasti e delle escursioni. Ha poi preso il  pullman con noi.

Il pernottamento è in tenda ad igloo moderna e ben tenuta con un vero materasso all’interno. Sono disponibili anche una o due stanze e il campeggio è provvisto di ristorante (di fatto l’unica opzione per mangiare). Per risparmiare  qualcosa abbiamo fatto la spesa Arusha (acqua e colazione).

I pasti sono ottimi e Lepara è stato la nostra guida per due giorni.

Per altre strutture puoi verificare il sito del turismo culturare di Engaresero: www.engaresero.org

Cosa vedere e cosa fare al Lago Natron

Il lago Natron

Esplorando il lago Natron ci siamo trovati nel mezzo di un paesaggio surreale. Lepara ci conduce lungo una camminata di circa 1 ora e mezza che dal campeggio ci porta attraverso una piana sabbiosa fino alla riva del lago. Gnu e zebre brucano la rada erba secca che riesce a crescere in questo terreno ostile, mentre in lontananza una solitaria giraffa è alla ricerca di qualche albero dove possa arrivare agevolmente con il proprio lungo collo.


Man mano che ci avviciniamo al bacino la terra si scurisce e ci troviamo in un deserto nero sconfinato. Le acque del lago Natron sono fortemente alcaline e tendono a bruciare la vegetazione, oltre ad essere praticamente prive di fauna. Nella stagione più secca, la nostra estate, dei particolari batteri proliferano nel lago e donano allo stesso una colorazione rossastra, visibile però solo dall’alto. In questo particolare ecosistema si trovano benissimo i fenicotteri che a migliaia affollano le acque del lago proprio per nutrirsi dei cianobatteri. Sono loro gli unici animali a resistere alle acque caustiche, grazie ad uno strato protettivo su zampe e piedi. Lo spettacolo è imperdibile.

lago natron tanzania: un deserto di terra nera

la sconfinata distesa di terra nera

lago natron tanzania: migliaia di fenicotteri affollano il lago

migliaia di fenicotteri affollano il lago

lago natron tanzania: le rive del lago

le rive del lago

lago natron tanzania: la crosta formata dai sali del lago

la crosta formata dai sali del lago

Poco prima del tramonto prendiamo la strada del rientro verso il campeggio e una jeep di altri turisti ci da un passaggio risparmiandoci un’altra ora di cammino.

La camminata è tutta in piano, ma un po’ faticosa a causa del terreno sabbioso e del caldo. Volendo si può fare anche in autonomia a patto di avere un GPS funzionante o una bussola: è facile perdere l’orientamento, anche se il vulcano può fungere da punto di riferimento.

Le cascate del fiume Engaresero

L’escursione alle cascate del fiume Engaresero è un must della regione. Si può partire a piedi dal paese omonimo e dai campeggi circostanti. Esistono due diversi percorsi: il più breve segue il letto del fiume e a un certo punto porta a camminare nelle sue acque fino ad arrivare a una serie di cascatelle che formano una  piscina naturale, nella quale si può nuotare. La camminata è semplice e dura circa un’ora e mezza.

lago natron tanzania: verso le cascate dell'Engaresero

verso le cascate dell’Engaresero

La seconda escursione conduce invece alle spettacolari sorgenti del fiume. La camminata comincia arrampicandosi lungo un tratto sabbioso e roccioso, arido nonostante il fiume. Le acque dell’Engaresero infatti sono salate e bruciano la vegetazione. Si sviluppa poi a mezza costa seguendo il corso d’acqua e arrivando al di sopra della piscina naturale. Circa a metà si raggiunge una sorta di oasi: un torrentello di acqua dolce crea le condizioni per lo sviluppo di un fitto palmeto.

lago natron tanzania:

abbiamo superato la cascata

lago natron tanzania: Lepara e il palmeto

Lepara e il palmeto

Il trekking non è difficile, ma lungo e abbastanza faticoso a causa del caldo. Si attraversano un paio di punti esposti: il primo richiede di attraversare una cascatella passando su un masso scivoloso e nel secondo ci si deve issare su una roccia, con lo strapiombo alle spalle. È necessario poi guadare il fiume in vari punti. Con l’aiuto di Lepara e molta calma abbiamo superato le difficoltà, ma forse se soffri di vertigini potrebbe essere un problema. Come dice lui: che viaggio sarebbe senza un po’ di avventura?

Si arriva infine alle meravigliose sorgenti del fiume: l’acqua sgorga dalle fessure in un anfiteatro naturale di roccia. C’è una spiaggia in cui rilassarsi, delle piscinette in cui fare il bagno e delle cascatelle con idromassaggio naturale. Un vero idillio.

lago natron tanzania: le cascate del fiume Engaresero

le cascate del fiume Engaresero

lago natron tanzania: le cascate del fiume Engaresero

le cascate del fiume Engaresero

Si torna poi lungo lo stesso sentiero dell’andata: l’intero percorso può essere completato in 5/6 ore senza considerare le pause.

Consigli:

  • usa scarpe da trekking con una buona tenuta
  • porta acqua in abbondanza, fa caldo, caldo, caldissimo
  • non preoccuparti di bagnare le scarpe per guadare il fiume, si asciugheranno in fretta
  • porta una copertura per lo per zaino e una busta impermeabile per la macchina fotografica
lago natron tanzania: il panorama di ritorno dalle cascate

il panorama di ritorno dalle cascate

I villaggi Masai

I dintorni del Lago Natron sono disseminati di piccoli villaggi Masai. Si tratta di insediamenti reali: qui si vive ancora in maniera tradizionale e la modernità tocca solo in maniera marginale i costumi degli abitanti.

Lepara è un masai, come molti altri ha cambiato stile di vita almeno in parte, ma ci accompagna in visita al suo villaggio di origine dove la sua famiglia segue ancora le tradizioni in toto.

L’economia dei masai è sostanzialmente di sussistenza ed è basata sull’allevamento di capre e mucche. Quando arriviamo gli uomini del villaggio, vestiti con le tipiche coperte e muniti di spada e bastone, sono già tutti in giro con il bestiame. Curiosità: la coperta masai è stata adottata dopo l’arrivo dei coloni inglesi, per questo somiglia così tanto al kilt scozzese!

lago natron tanzania: un pastore masai al pascolo

un pastore masai al pascolo

lago natron tanzania: mucche masai al pascolo

mucche masai al pascolo

Il villaggio è costituito da poche capanne costruite con un composto di terra e letame che seccandosi diventa come terracotta. Al centro si trova un recinto per il bestiame costituito da rami piantati nel terreno.

Il nostro arrivo è un evento per le donne e i bambini del villaggio: in cerchio espongono i gioielli artigianali che producono e normalmente vendono in giro per la regione. Le perline di plastica hanno rimpiazzato i tradizionali pezzi di osso e legno lavorati.

La madre di Lepara ci invita a entrare nella sua abitazione: all’interno soltanto due brande di pelle bovina e un focolare. Siamo presto costretti a uscire a causa del fumo che si accumula all’interno, non capiamo come possano resistere!

lago natron tanzania: case nel villaggio masai

il villaggio masai

lago natron tanzania: le donne del villaggio masai

le donne del villaggio

lago natron tanzania: interno della casa con donna masai

all’interno della casa è buio pesto

Cerchiamo di comunicare un po’ grazie a Lepara che fa da interprete, finchè arriva l’ora di ripartire: ci aspetta il viaggio di rientro verso Arusha.

Ol Doinyo Lengai

La scalata dell’Ol Doinyo Lengai, il vulcano che sovrasta l’intera regione, rappresenta una vera impresa. La camminata è una delle più impegnative della Tanzania a causa del forte dislivello (circa 2200m) e del terreno sabbioso e sdrucciolevole. Alcuni punti sono esposti e pericolosi. Si parte la sera per evitare il caldo torrido e dopo almeno 8 ore di cammino si arriva all’alba sulla cima. La discesa richiede 5/6 ore. Dalla cima si gode di una vista meravigliosa. O almeno così ci hanno detto: noi abbiamo evitato la scalata e non ci sentiamo di consigliarla a meno che tu non sia un escursionista esperto e molto ben allenato.

lago natron tanzania: il vulcano Ol Doinyo Lengai

sicuro di volerlo scalare?

Altre escursioni

Sul sito del turismo culturale di Engaresero si trovano informazioni su altre escursioni, visite ai villaggi, giri in mountain bike e i contatti delle guide: www.engaresero.org