La penisola di Snæfellsnes, nella parte ovest dell’isola, è stata l’ultima tappa della viaggio di una settimana in Islanda. È possibile raggiungerla in poco più di un’ora dirigendosi a nord da Reykjavik, ma vale la pena prendersela con calma per ammirare i paesaggi che si attraversano.
Arrivando da Selfoss decidiamo di concederci una breve deviazione per Hveragerdi: in questa zona di forte attività geotermica si concentrano un numero impressionante di serre riscaldate che rappresentano la fonte principale di frutta e verdura del Paese.
Raggiungiamo quindi Reykjavik e proseguiamo verso nord, attraversando due fiordi: Hvalfjörður è tagliato da un tunnel sotterraneo, mentre per raggiungere Borgarnes si passa su un ponte ed è possibile ammirare un bel panorama.
La penisola di Snæfellsnes ci accoglie con l’impressionante parete di roccia di Gerðuberg: le colonne di basalto di origine vulcanica che la compongono sono alte fino a 15 metri e sembrano quasi sostenere l’altipiano sovrastante.
Dopo un veloce spuntino è quindi il momento di una delle sorprese più grandi della giornata: la spiaggia di Ytri Tunga. Con un po’ di fortuna è possibile avvistare alcuni esemplari di foca che popolano questo tratto costiero. Inizialmente le vediamo in lontananza solo grazie al binocolo e allo zoom della macchina fotografica, ma allontanandosi un po’ dal parcheggio riusciamo ad avvicinarci a sufficienza da poterle fotografare senza spaventarle. La loro attività principale? Prendere pigramente il sole che oggi splende, con qualche pausa per dedicarsi alla pesca.
Ci spostiamo verso ovest e la tappa successiva è il canyon di Raudfeldsgja. Dal parcheggio una breve camminata conduce ad una spaccatura nella montagna: intrufolandosi e passando da una pietra all’altra si entra nella suggestiva gola punteggiata di cascatelle.
Le scogliere più belle della penisola di Snæfellsnes si trovano pochi chilometri oltre tra i villaggi di Arnarstapi e Hellnar, collegati da una bella camminata. Noi non abbiamo molto tempo e soprattutto dovremmo tornare poi dalla stessa strada per recuperare la macchina, decidiamo quindi di farne solo un pezzetto partendo dal primo paese. Qua vediamo anche alcune delle case più caratteristiche del nostro viaggio, vere icone dell’architettura nordica tradizionale e moderna.
Entriamo quindi nell’area del ghiacchiaio Snæfellsjökull e decidiamo di salire sul piccolo cratere di Saxholl per ammirare il panorama. Una scala metallica si arrampica permette di raggiungere la cima salendo per un centinaio di metri.
Il porticciolo di Rif è molto suggestivo con le sue navi colorate, e qualche chilometro oltre il paesaggio vulcanico e ghiacciato si può osservare al meglio seguendo la strada sterrata (road 54) che taglia a metà la penisola ritornando verso sud. La strada è semplice e in buone condizioni e presto diventa asfaltata. Non possiamo non fermarci a sorseggiare un caffè dal nostro termos in un’area di sosta nel bel mezzo del ghiacciaio.
Rientriamo per la notte nei pressi di Ytri Tunga. Il giorno successivo ci rimangono ancora alcune delle attrazioni da visitare nella penisola.
Il giorno successivo, non troppo lontano dal nostro alloggio, c’è la famosa chiesa nera di Budir. Non che sia proprio imperdibile, ma totalmente isolata in un campo di lava su cui è cresciuto il muschio va a costruire un paesaggio curioso e surreale.
Riprendiamo quindi la 54 per visitare il tratto di costa nord che ci manca. Se vuoi scattare la foto da cartolina più famosa dell’Islanda non devi perderti la montagna di Kirkjufell. La foto classica è quella della facciata in direzione est, ma dal lato opposto è altrettanto spettacolare, con il massiccio che si specchia perfettamente in una laguna.
La tappa finale del nostro intinerario nella penisola di Snæfellsnes è il villaggio di Stykkishólmur. La sua bizzarra chiesa vale una visita, ma la zona più pittoresca è quella del porto con la sua collinetta che ospita il faro. Stykkishólmur è anche il luogo ideale per un pasto a base di pesce: ottima la zuppa di pesce con cozze blu islandesi!