“Vedo a Colori – Street Art al porto di Civitanova Marche” è una di quelle iniziative che non potevamo farci sfuggire: un progetto di recupero e trasformazione del porto di Civitanova Marche tramite opere di street art.
Le Marche sono una destinazione perfetta per coniugare mare, natura e storia, ma anche cultura indipendente contemporanea. Basti pensare al Weekendoit (festival dedicato alla condivisione e all’apprendimento delle tecniche artigianali, sia tradizionali che innovative), al Ratatà (festival di illustrazione e fumetto indipendente), al Pop Up! (festival di arte contemporanea urbana). E “Vedo a colori” si inserisce perfettamente in questo clima.
Quando la nostra amica Gaia Segattini ci ha segnalato l’iniziativa e ci ha messo in contatto con Giulio Vesprini, street artist e curatore della manifestazione, non abbiamo perso tempo e abbiamo subito organizzato una mattinata con lui alla scoperta della street art di Civitanova.
Vedo a Colori ha da poco completato i lavori: verrà prodotto un video documentario di questa impresa titanica e verranno stampati due cataloghi che illustreranno questi anni di lavoro. È un progetto indipendente che vuole finanziarsi principalmente con il sostegno dal basso, sei ancora in tempo per partecipare anche tu come noi al crowdfinding a questo indirizzo:
https://buonacausa.org/cause/vedoacolori
Da questo video puoi farti un’idea del lavoro che è stato fatto.
Giulio ci accompagna tra i capannoni dei cantieri navali, tra i quali spuntano le opere: dietro ad argani, navi in costruzione, tra i pescatori al lavoro sulle reti e sul lungo muro est del porto. Ci racconta il progetto con le sue difficoltà e le sue grandi soddisfazioni: l’obiettivo è quello di trasformare questa zona della città in un museo a cielo aperto, libero e fruibile a tutti. Un luogo da vivere oltre che da visitare.
Pennelli e rulli bagnati da tempere vivaci, hanno come fine unico l’abbellimento di alcuni siti portuali e non solo, presenti nella città di Civitanova Marche. Il recupero di queste architetture complesse, dislocate lungo tutta l’area marittima del porto Civitanovese, è un esempio chiaro di come l’arte arriva nella vita quotidiana e nel sociale lavorativo di tutti i giorni. La texture dei disegni ed i concetti grafici espressi, diventano così la seconda pelle delle pareti; Il colore, congelando l’intonaco industriale esistente senza alterarne la forma, mette le stesse pareti sotto una nuova luce. I volumi, in uno spazio articolato come quello del porto, acquistano una patina che senza dubbio è segno tangibile dell’uomo-artista, che diventa cioè memoria storica, patrimonio vero per la città.
Sono 50 gli street artist provenienti da tutta Italia coinvolti a Civitanova Marche, ognuno con la propria interpretazione del particolare luogo in cui ci troviamo. Si alternano opere astratte, paesaggi marini, personaggi surreali, creature degli abissi e citazioni legate al territorio.
Ad esempio il leccese Checkos Art nel suo “pezzo” rende omaggio al regista di Civitanova Stelvio Massi che nel 1978 girò il film “Un poliziotto scomodo”. Oppure Krayon che cita Adalberto Libera e Silvio Zavatti: architetto ed esploratore che hanno lasciato entrambi un segno indelebile nella città.
Ci colpiscono il pesce umanizzato dedicato ai migranti di Nicola Alessandrini e Lisa Gelli e l’uomo pesce con la pelle squamata che esce dalle acque realizzato da Andrea Casciu, uno dei nostri murales preferiti.
Ci sono poi la testuggine gigante di Morden Gore, la balena veliero di Jo Arancibia, il techno granchio di Blast e il capodoglio steampunk di Dissenso Cognitivo.
E ancora il murales onirico di Hope e Gig e “Frutti Comuni di Mare Comune” di Guerrilla SPAM dove il mare è visto come elemento di unione e non di divisione.
Per non dimenticare ovviamente le opere del curatore dell’iniziativa Giulio Vesprini (una in combo con 108) disseminate tra i capannoni del porto. Nei suoi murales la grafica incontra l’architettura e la contamina dando a un nuovo significato ad un luogo ormai muto.
Come spesso avviene la street-art ha senso in quanto veicolo di messaggi e di ragionamenti che hanno portato alla realizzazione di un murales. Emergono qui la tutela dell’ambiente marino, il tema della migrazione dei popoli, la riflessione sulle figure che hanno fatto la storia della città.