Il Canyon del Colca con i suoi 3191 metri di profondità è il secondo canyon più profondo al mondo (il vicino Cotahuasi lo supera di soli 160 metri) ed è anche una delle mete più visitate del Perù. Perché? L’ho compreso inerpicata per due giorni tra i suoi rocciosi sentieri!

Prologo: ecco perchè non siamo stati nel canyon del Colca

L’incipit di questo post non è nostro. La nostra cara amica Rossella ha scritto questa parte del viaggio in Perù per noi, bloccati ad Arequipa per due giorni a causa della febbre che ha colpito Marco proprio il giorno della partenza. Lei se l’è cavata alla grande, noi abbiamo almeno una scusa per tornare in Perù! 

Il trekking nel Canyon del Colca

Il nostro tour verso questo immenso canyon inizia molto, troppo presto: una sveglia traumatica che ci fa assaporare, dopo aver realizzato che l’orologio segna solamente le 3 del mattino, l’alba in terra peruviana in pieno agosto. Freddissima ma anche estremamente affascinante.

Un piccolo bus ci dà appuntamento sotto il nostro ostello per portarci dalla città di Arequipa fino alla località di Chivay. Fuori albeggia, dentro, stretti ed avvolti da coperte improvvisate, rimaniamo in attesa di raggiungere ancora più alte altitudini e l’ora del desayuno.

canyon del colca trekking: mirador cruz del condor canyon del colca trekking: mirador cruz del condor

canyon del colca trekking: condor

Ripartiamo dal piccolo ristorante della cittadina andina con la pancia piena e con l’energia sufficiente per affrontare la giornata sulle Ande. La prima sosta è presso il Mirador Cruz del Condor, una balconata dalla quale è possibile avvistare il volo di questi eleganti e magnifici avvoltoi. Non bisogna aspettare molto: anche se sono un po’ lontani i grandi uccelli dall’apertura alare smisurata (3 metri!) fanno il loro ingresso all’interno del nostro campo visivo ( e anche all’interno del mirino della nostra macchina fotografica).

Il bus continua fino alla località di Cabanaconde, dove il nostro gruppo potrà incontrare la guida ed iniziare il percorso di trekking all’interno del Canyon del Colca.

canyon del colca trekking: la partenza

Lei si chiama Bezzy, armata di bastoncini tecnici, uno zaino ed un sorrisone ci illustra quale sarà il nostro destino per quella giornata. Sono le 9.30 del mattino, siamo a circa 3200 metri d’altitudine ed il sole è già alto: il percorso si snoderà a cerchio lungo i sentieri rocciosi del canyon e Bezzy ci mostra il nostro primo obiettivo: è un lontano, lontanissimo ponte a fondo valle.

canyon del colca trekking: panorama

L’energia è molta, il panorama mozzafiato assolato delle Ande ci riempie gli occhi, scattiamo fotografie, ci fermiamo a far passare gruppi più veloci ed iniziamo a soffrire le temperature roventi: ci ripariamo la testa con dei cappellini o dei turbanti improvvisati e rimaniamo presto in t-shirt e pantaloncini. Ai piedi, scarpe da trekking, pesanti e piuttosto goffe, ma anche le uniche in grado di supportarci fino all’arrivo all’oasi, dove ci fermeremo per la notte.

canyon del colca trekking: panorama

Un piede dopo l’altro, il tempo della discesa pare dilatarsi, il ponte da varcare sembra irraggiungibile ed il puntare in continuazione il piede per trattenere la discesa del sentiero diventa presto un operazione snervante e faticosa. Facciamo molte pause, non ci sono zone d’ombra e quindi ci fermiamo a bere spesso (ci siamo – esageratamente – portati circa 2 litri a testa d’acqua).

canyon del colca trekking canyon del colca trekking

Finalmente arriviamo al primo avamposto: è San Juan de Chuccho a circa 2200 metri. Siamo scesi in un paio di ore di quasi 1000 metri d’altitudine, ma fortunatamente non avvertiamo alcun scompenso!

canyon del colca trekking: con la guida bezzy

Bezzy ci rassicura dicendoci che lì vicino c’è il posto in cui ci fermeremo per mangiare. Continuiamo a camminare, un po’ confortarti dal fatto che il sentiero, ora, è all’ombra e più pianeggiante.

All’interno del bosco troviamo il nostro “luogo di ristoro” ovvero un accogliente dimora di autoctoni pronti a sfamarci con un pasto molto local a base di quinoa e frutti tropicali come la cirimoia e la maracujà. Inoltre assaggiamo il famoso matè di coca, rimedio naturale per il mal di montagna della tradizione andina.

Il nostro cammino continua, tra stanchezza eccessiva, infortuni non programmati, continue soste ma anche con la piacevole sensazione che questo trekking si è trasformato in qualcosa di più che una delle tante tappe del nostro viaggio peruviano.

L’oasi di Sangalle e la risalita a dorso di mulo

Arriviamo all’oasi di Sangalle (situata a circa 2100 metri d’altezza) alle 6 e mezza, molto provati ma anche stranamente euforici dopo un cammino durato 8 ore, 8 lunghissime ed intense ore di viaggio.

canyon del colca trekking: l'oasi di sangalle

Ceniamo presso l’oasi e la nostra guida, Bezzy, ci tiene compagnia anche la sera, quando la nostra testa inizia a ciondolare ed il nostro corpo sogna solamente appoggiarsi al cuscino per un sonno tranquillo. Il pernottamento è all’interno dei bungalow in un atmosfera “incantevolmente wild”: non capita tutti i giorni di trovarsi al fondo di un canyon profondo più di 3000 metri attorniati solamente da silenzio e da un cielo color notte pieno di stelle.

canyon del colca trekking: panorama

Il giorno successivo l’appuntamento con gli arrieros (mulattieri) e con le mule è alle 6 del mattino: la nostra forma fisica non è perfetta ed optiamo per questa soluzione a prova di “dilettanti del trekking” per risalire il percorso che da Sangalle conduce alla città di Cabanaconde. Dopo aver effettuato colazione saliamo sul bus che ci porta a “La Calera” una piscina con acque termali calde per un bagno rigenerante, proprio ciò di cui avevamo più bisogno viste le fatiche della giornata precedente.

canyon del colca trekking: terme di la calera

Il bus continua il suo tragitto fino a Chivaj, dove ci aspetta un pranzo a buffet con prodotti locali. Durante il ritorno verso Arequipa qualche rapida sosta ci permette di ammirare il fascino delle terrazze inca, il panorama delle Ande e dei suoi vulcani, da un’altezza atipica di 4920 metri, e di avvistare un branco di raffinate vigogne, troppo occupate a correre in libertà tra le bellezze delle loro montagne per dar retta ad un gruppo di curiosi turisti.

canyon del colca trekking: vigogne canyon del colca trekking: alpaca canyon del colca trekking: a 5000 metri

Se ti è piaciuto il racconto e sei un appassionato di cinema segui Rossella su Cinema Bendato!