L’Islanda del sud è ricca di paesaggi e bellezze naturali, per cui avendo a disposizione un nostro mezzo siamo stati liberi di fermarci dove e quanto volevamo, riservandoci anche qualche deviazione dai percorsi più standard.

Il tratto che va da Selfoss a Vik, nonostante le due cittadine siano separate da appena 130 km, merita un’intera giornata per essere scoperto: non abbiamo avuto di che annoiarci! Se non hai abbastanza tempo o non riesci a fare tutte le tappe che indichiamo nel post puoi valutare di farle al ritorno verso Reykjavik (sempre che tu non stia facendo l’intero giro dell’Islanda!).

Il nostro viaggio in Islanda è stato tipicamente on the road: sveglia al mattino presto, thermos di caffè caldo solubile e via con la nostra auto a noleggio all’esplorazione dell’isola fino al calar del sole.

La prima deviazione è a circa 20 km da  Selfoss: vediamo con la coda dell’occhio un’insegna che indica delle cascate che non avevamo preventivato e decidiamo di provare a seguirla. Dopo aver visto le cascate di Gullfoss durante il nostro tour del Golden Circle forse ci siamo bruciati il meglio, ma tentar non nuoce. Non ce ne pentiamo: la cascata di Urridafoss ha un salto minimo rispetto alla precedente, ma è altrettanto maestosa per la massa di acqua che sposta. Inoltre è possibile avvicinarsi maggiormente e qui siamo gli unici turisti. Ci godiamo lo scrosciare dell’acqua alle nostre spalle mentre beviamo una tazza di caffè fumante.

itinerario di una settimana in islanda

La cascata di Urridafoss

Ripartiamo in macchina per la nostra prossima meta. A Hvolsvöllur abbandoniamo la route 1, la strada principale dell’Islanda, per una deviazione verso Fljótshlíð. Seguendo la route 261 per alcuni chilometri attraversiamo un paesaggio bucolico e collinoso e finalmente abbiamo la possibilità di fermarci a fotografare i mitici cavalli con la frangia islandesi. Tra i minuscoli villaggi, composti da poche case sparse decidiamo di fermarci per qualche foto a Hliðarendi, con la sua chiesetta dal soffitto stellato. Ad est verso Fljotsdalur vediamo diverse cascatelle che sgorgano dalla roccia, inutile dire che non incontriamo anima viva, a parte gli onnipresenti cavalli! Per tornare sulla route 1 non è necessario tornare indietro, basterà seguire la route 250, una sterrata molto ben battuta, percorribile anche senza 4×4, che si ricongiunge con la strada principale un po’ più avanti.

islanda del sud: camapagna di Fljótshlíð

La campagna di Fljótshlíð

islanda del sud: cavallo con la frangia

Frange ne abbiamo?

La giornata è un susseguirsi di cascate, le altre due che vediamo hanno entrambe un salto di ben 60 metri. Seljalandsfoss ha meno portata ma è possibile passarci dietro e ci fa tornare in mente la nostra avventura a Dehang in Cina.

Skogafoss è veramente impressionante, qui in Islanda ci rendiamo veramente conto della forza della natura! Nel tragitto tra una e l’altra attraversiamo paesaggi costellati da conformazioni rocciose imponenti e incontriamo la nostra prima turf house: casette con il tetto coperto d’erba a fare da isolante. Sono di tradizione vichinga e ancora oggi vengono costruite come stalle o capanni di lavoro, ma anche come abitazioni. Sembrano un po’ le case degli hobbit!

islanda del sud: cascata Seljalandsfoss

La cascata Seljalandsfoss

islanda del sud: cascata Skogafoss

e quella di Skogafoss

La tappa successiva è il ghiacciaio Solheimajokull. Raggiungiamo anche questa facendo una piccola deviazione sulla route 221. Arrivati al parcheggio si può vedere in lontananza l’imponente distesa bianca mentre con una camminata pianeggiante di un quarto d’ora si arriva al limitare della lingua di ghiaccio. La passeggiata è facile e piacevole e ci fa rendere conto di quanto sia immenso una volta arrivati. Da qui partono alcune escursioni organizzate sul ghiacciaio con picozza e ramponi, ma noi ce l’abbiamo in programma per il giorno successivo sul Vatnajokull con annessa grotta di ghiaccio, non vediamo l’ora!

islanda del sud: il ghiacciaio Solheimajokull

Il ghiacciaio Solheimajokull

Nei pressi del ghiacciaio, nella spiaggia di Solheimasandur c’è un’altra attrazione molto popolare tra i turisti in Islanda: la carcassa abbandonata di un aereo americano che nel 1973 fu costretto ad un atterraggio di fortuna. Per curiosità raggiungiamo il parcheggio e ci incamminiamo verso il relitto. Purtroppo non ci siamo informati bene: la camminata su sabbia vulcanica richiede un’ora solo per raggiungere il sito. Il paesaggio semi desertico è interessante inizialmente, ma poi sempre uguale e una volta arrivati all’aereo lo si trova circondato di turisti che si fanno selfie. Di per sé potrebbe essere un luogo suggestivo, magari arrivando al mattino presto senza folla, ma noi ci siamo decisamente pentiti di aver “investito” così quasi tre ore di luce.

islanda del sud: aereo precipitato

La carcassa dell’aereo precipitato

Le ultime tappe della giornata sono nei pressi di Vik: qui l’oceano e l’attività vulcanica islandese ce l’hanno messa tutta per creare un paesaggio imperdibile. Scogliere altissime battute da venti di una forza mai provata prima sovrastano spiagge nere contornate da colonne di basalto. I punti per godersi lo spettacolo sono la scogliera di Dyrhólaey con il suo faro, la spiaggia nera di Reynisfjara e quella di Kirkjufjara. Anche qua siamo sbalorditi dalla forza degli elementi che in Islanda sembrano essere così diversi da tutto quello a cui siamo abituati!

islanda del sud: scogliera di Dyrhólaey

La vista da Dyrhólaey

islanda del sud: spiaggia nera di Reynisfjara

La spiaggia nera di Reynisfjara

Questo itinerario nell’Islanda del sud ci ha dato grandi soddisfazioni, ma molte altre ci attendono a cominciare dall’escursione nella grotta di ghiaccio e dalla laguna di Jokulsarlon.